Attore
I BARCONI
Tre gommoni carichi di persone migranti di diverse nazionalità fuggono dalla Libia per cercare di raggiungere l’Italia
L’ ESERCITO ITALIANO
Addetti dell’esercito italiano collaborano con il governo di Tripoli per cercare di frenare l’immigrazione verso l’Italia
ROMA
Centro di coordinamento dei soccorsi in mare che fa capo allo stato italiano
LIBIA
Il paese nord-africano è immerso in una guerra civile dal 2011 nella quale tre governi si contendono il controllo. Uno di questi ha sede a Tripoli, è riconosciuto dalla UE quale interlocutore per fermare le persone migranti attraverso la propria guardia costiera
OPENARMS
Nave da soccorso nel mediterraneo centrale della ONG Proactiva Open Arms
LANCE
La Open Arms conta su due lance di salvataggio per poter raggiungere il più velocemente possibile le persone naufraghe
* Il riferimento orario è secondo L’HRB OpenArms, (che coincide con l’orario spagnolo e italiano). Le telecamere di sicurezza della nave indicano un’ora in più.
14 marzo
14.00
OPENARMS
la OpenArms salpa del porto de La Valletta, (Malta), impostando la rotta alla zona di salvataggio, con una previsione dell'ora stimata di arrivo alle 6 AM della mattina successiva
Tre gommoni partono dalla Libia a notte fonda
Tre gommoni partono da una spiaggia della città libica Gasr Garabulli. “Alcuni dei miei amici sono rimasti indietro perché eravamo molte persone e abbiamo chiesto che ci venisse portato un altro gommone ma il trafficante non ha voluto, il business è il business”, racconta un giovane liberiano che viaggiava a bordo della seconda imbarcazione. Garabulli è una località a circa 40 minuti e est di Tripoli, controllata dalla milizia Tajoura, fuori dal controllo di Fayez al Sarraj
22.00
I BARCONI
Salpa il primo gommone.
23.00
I BARCONI
Salpa il secondo gommone.
23.59
I BARCONI
Salpa il terzo gommone
15 marzo
04.21
L’ ESERCITO ITALIANO
Un drone della missione Sophia della forza navale della Unione Europea nel Mediterraneo intercetta una delle imbarcazioni a 40 miglia nautiche a nord-est di Tripoli. Informa la nave “Capri” della marina militare italiana che, all'interno dell'operazione “Nauras” di cooperazione tra Italia e Libia, ha base nel porto di Tripoli. Vedi notizia. La nave militare italiana allerta la guardia costiera libica riguardo alla posizione del gommone.
04.56
ROMA
Ilcentro di coordinamento dei soccorsi marittimi di Roma allerta la Open Arms della posizione di un gommone. Assegna il numero di evento numº 164
OPENARMS
La OpenArms fa rotta verso le coordinate indicate
05.37
L’ ESERCITO ITALIANO
06.22
LANCE
La OpenArms mette in acqua le due lance di salvataggio che si dirigono alla posizione a tutta velocità. Questa è la procedura operativa ordinaria della ONG, le lance si avvicinano alla maggiore velocità possibile alla posizione indicata cariche di giubbotti salvagente mentre il vecchio rimorchiatore avanza lentamente fino allo stesso punto.
LIBIA
La guardia costiera libica comunica a Roma che assumerà il coordinamento dei soccorsi. Non indica una ora stimata di arrivo della motovedetta Gaminez sul luogo nel quale si trova il gommone.
06.50
ROMA
Roma comunica alla Open Arms che la guardia costiera libica è incaricata del soccorso. Spiega che due motovedette libiche si stanno dirigendo verso la zona di interesse e che, a partire da questo momento, il soccorso rimane fuori dal coordinamento Italiano.
07.20
L’ ESERCITO ITALIANO
L’elicottero militare della nave “Alpino” intercetta i tre gommoni e rimane a sorvolare la zona
07.57
ROMA
Roma informa la Open Arms circa la posizione del terzo gommone che è partito dalla Libia.
LANCE
Le due lance di salvataggio si dirigono alla nuova posizione. Trovare due barconi in alto mare é come cercare un ago in un pagliaio, si devono localizzare piccole imperfezioni sulla linea dell’orizzonte, utilizzando i binocoli e mantenendo gli occhi ben aperti
08.22
ROMA
Roma informa la Open Arms che i libici si incaricheranno anche del secondo gommone. Manda la Open Arms al soccorso del terzo gommone che si trova più a Ovest.
LANCE
Le due lance si dirigono alla posizione.
08.44
ROMA
MRCC di roma avverte la Open Arms che ulla guardia costiera libica si incaricherà anche del terzo gommone.
OPENARMS
La Open Arms risponde che continuerà a cercare se vi sono naufraghi nella zona.
PRIMO SOCCORSO: 101 PERSONE IN GRAVE PERICOLO
09.00
LANCE
Una delle lance di salvataggio trova il primo gommone (caso 166) e informa Roma della sua posizione. Cercano di contattare la guardia costiera libica ma non vi è traccia degli stessi e non rispondono alle chiamate radio nel canale VHF dei soccorsi. Il gommone è parzialmente bucato, imbarca acqua e alcuni migranti sono quasi totalmente in acqua.
OPENARMS
La Open Arms informa della situazione Roma che autorizza a procedere al soccorso. Secondo quanto racconteranno più tardi i migranti, il motore del gommone si era fermato verso le 05:00 del mattino: per questo motivo si trovavano più vicino alla costa libica, a 26 miglia.
09.13
LANCE
I volontari, dalla lancia di salvataggio, iniziano a distribuire i giubbotti salvagente ai naufraghi. Vi sono 117 persone a bordo del gommone, incluse 8 donne, una delle quali incinta. Provengono dal Mali (54), Guinea Conakry (26), Costa d’Avorio (15), Senegal (13), Nigeria (4), Liberia, Camerun, Gambia, Sudan e Guinea equatoriale.
10.03
OPENARMS
Quando la OpenArms arriva sul luogo, si iniziano a traferire le persone a bordo.
10.42
OPENARMS
Durante le operazioni di soccorso l’aereo Moonbird della ONG Sea-Watch informa l’Open Arms che gli altri due gommoni sono piú a Nord.
LANCE
Una volta che tutti i naufraghi sono a bordo della nave di salvataggio, le lance si dirigono alla nuova posizione.
12.27
LANCE
Uno delle lance di salvataggio trova un gommone vuoto. MRCC viene informato e afferma che le persone sono state probabilmente salvate dalla guardia costiere libica. Secondo le testimonianze delle persone rifugiate, si tratterebbe del terzo gommone partito dalle coste libiche. Le lance di salvataggio continuano a cercare il terzo gommone verso nord.
13.13
LIBIA
La guardia costiera di Tripoli informa le autorità che la motovedetta “Gaminez” si è allontanata troppo e deve tornare nel porto di Tripoli. La motovedetta sorpassa l'Open Arms a gran velocità carica di migranti. Viene sostituita dalla motovedetta “Ras Al Jadar” con numero identificativo 648. Il giorno dopo la guardia costiera pubblica un post sulla sua pagina Facebook in cui dichiara che il 15 marzo la motovedetta “Gaminez” ha salvato 96 persone.
La motovedetta “Ras Al Jadar” minaccia di morte i volontari durante il secondo salvataggio
13.50
LIBIA
La motovedetta 648, un regalo del Governo Italiano alla Libia con personale addestrato dall'EU, passa di fronte alla prua dell'Open Arms a grande velocità emettendo segnali acustici.
OPENARMS
Il capitano chiede alle lance di salvataggio di essere prudenti poiché i libici stanno mostrando un atteggiamento ostile. Le persone salvate durante il primo salvataggio, ora sul ponte dell'Open Arms, si abbassano per non essere viste dai guardia coste libici. Il capitano ordina a tutti di lasciare il ponte.
13.59
LANCE
Le motovedette trovano il gommone 164. MRCC Roma viene informato. Date le condizioni dei naufraghi vengono distribuiti i giubbotti salvagenti, mentre le donne e i bambini vengono fatti salire a bordo: 44 persone in tutto.
14.50
LIBIA
La motovedetta libica 648 raggiunge la posizione del gommone e minaccia di morte i volontari se non riconsegneranno le donne e i bambini che sono saliti a bordo della lancia di salvataggio.
OPENARMS
La Open Arms perde la connessione satellitare e i contatti con le lance di salvataggio. Sul ponte la tensione sale di fronte all'incertezza sulle condizioni dei volontari dopo le minacce del comandante libico. All'improvviso viene avvistato del fumo grigio nella zona che fa scattare gli allarmi. Si scoprirà che il fumo proviene dai motori della stessa motovedetta. Subito dopo, le comunicazioni con la lancia di salvataggio vengono ripristinate.
LIBIA
La motovedetta insegue il gommone che cerca di fuggire. Uno dei guardia coste trova una barca abbandonata in mare e la usa per rincorrere il gommone.
14.54
ROMA
Il centro di soccorso marittimo di Roma informa la Marina Militare italiana della situazione e chiede se sono pronti a inviare una nave che garantisca la sicurezza di tutti. Il centro operativo del comandante in capo della flotta navale (CINCNAV) risponde che non interverranno perché la Libia è uno stato sovrano e una sua imbarcazione è già coinvolta nelle operazioni.
15.20
OPENARMS
La Open Arms spinge il pulsante SSAS antipirateria (Sistema Allarme Sicurezza Navale) e chiede la protezione.
15.48
OPENARMS
La Open Arms ripristina il suo collegamento satellitare.
16.15
OPENARMS
La Open Arms raggiunge la lancia di salvataggio e il capitano contatta il comandante della motovedetta libica
16.54
OPENARMS
Alcune persone migranti si buttano in aqua per evitare che i guardia costa libici li catturino. Più tardi racconterano che preferiscono morire prima di vedersi obbligti a ritornare in Libia. La Open Arms non pupo intervenire. Il comandante richiede permesso a la guardia costiera libica per soccorrere alla gente un acqua.
17.17
LIBIA
La guardia costiera libica costringe una delle lance di salvataggio ad avvicinarsi alla motovedetta 648. I soccorritori della lancia di salvataggio informano la Open Arms che una delle guardie libiche è saltata a bordo senza autorizzazione e sta cercando di prendere le persone salvate con la forza mentre loro fanno resistenza. Il comandante della Open Arms insistentemente comunica ai guardia costiera libici che non hanno il permesso per salire a bordo della lanca.
17.20
LIBIA
Alla fine la guardia costiera libica rinuncia e autorizza la Open Arms a procedere con il salvataggio. Ma continuano a tenere sotto controllo la nave della ONG a breve distanza per due ore.
17.30
OPENARMS
Più di 101 persone salgono a bordo: sono soprattutto eritrei, oltre a due sudanesi del sud, un gambiano e due senegalesi. Raggiungono sul ponte gli altri 117 salvati nel primo soccorso. I volontari offrono loro abiti asciutti, acqua e cibo mentre il team medico si occupa dei più deboli.
DUE GIORNI SENZA UN PORTO DOVE DISIMBARCARE I MIGRANTI
18.35
OPENARMS
La Open Arms informa MRCC Roma di avere a bordo 218 migranti e richiede un porto sicuro dove disimbarcarli. L'Italia, per la prima volta, risponde di rivolgersi alla Spagna, lo stato di bandiera della nave, poiché il soccorso è avvenuto al di fuori del suo coordinamento. L'imbarcazione inizia a navigare lentamente verso nord in attesa di istruzioni.
16 marzo
OPENARMS
Con 218 profughi a bordo, viaggia per 24 ore verso nord in attesa di sapere in quale porto sicuro approdare. MRCC Roma insiste che è la Spagna a dover risolvere la situazione. A un certo punto, MRCC Madrid indica come porto più vicino, Malta, nonostante da anni non accetti di far sbarcare le persone rifugiate. Con onde alte tre metri, le persone salvate passano la notte sul ponte dell'Open Arms. I volontari si prendono cura di loro come possono: preparano riso e cous cous e biberon per i più piccoli. E' la terza notte in alto mare.
08.00
OPENARMS
Lo staff medico è preoccupato per le condizioni di Selioum, una neonata di tre mesi, figlia di una donna eritrea che soffre di malnutrizione, disidratazione e un'infezione diffusa di scabbia. Durante la notte la neonata rifiuta di prendere il latte e le sue condizioni peggiorano. Viene richiesta un'evacuazione medica nel porto più vicino, La Valletta (Malta). Le autorità maltesi inviano una lancia di salvataggio verso l'Open Arms per portare la bimba e la madre all'ospedale di Malta. La bimba e sua madre si riprenderanno.
20.44
ROMA
Finalmente la Open Arms riceve il permesso dalle autorità italiane di disimbarcare le persone a bordo nel porto siciliano di Pozzallo la mattina successiva. Devono trascorrere un'altra notte in mare con i migranti al largo delle coste siciliane.
17 marzo
FINALMENTE IN EUROPA MA INCRIMINATI DA UN PROCURATORE ITALIANO
09.00
OPENARMS
L'odissea dei naufraghi finisce con l'arrivo sul suolo europeo. Alcuni festeggiano cantando canzoni di Alpha Blondy, altri pregando. L'Europa li riceve con agenti in uniforme, maschere e guanti di gomma. I volontari li salutano con un abbraccio. La strada non sarà facile per i sopravvissuti del Mediterraneo.